Il coraggio di invecchiare
scritto da Abel Gropius
SU AWARENESS
I social media e l'intrattenimento sono diventati, nostro malgrado, la cassa di risonanza di comportamenti e personaggi che spesso brillano più per spettacolarità che per sostanza. Gli esempi vuoti abbondano, figure che attirano l'attenzione non per il valore o i principi che rappresentano, ma per la capacità di suscitare reazioni immediate: risate, indignazione o complicità superficiale. Eppure, come giovani, oggi più che mai abbiamo la responsabilità e la possibilità di discernere tra ciò che appare e ciò che conta davvero.
Personaggi che fanno del caos, della provocazione e dell'arroganza il loro marchio di fabbrica spesso attirano un pubblico vasto e variegato. Alcuni li seguono per curiosità, altri per il gusto del sensazionalismo, altri ancora cercano in loro una forma di ribellione e di "riconoscersi". Tuttavia, è importante ricordare che non tutto ciò che è rumoroso è rilevante, e non tutto ciò che sfida le convenzioni lo fa con scopi costruttivi. Quando il comportamento di un individuo è sostenuto dal solo desiderio di farsi notare, diventa un esempio vuoto, "un vuoto a perdere": non offre ispirazione, ma piuttosto alimenta il conformismo del disimpegno critico.
Al contrario, gli esempi emblematici si distinguono per profondità, coerenza e impatto positivo. Sono coloro che sfidano le convenzioni, sì, ma con una visione più ampia, con un messaggio che contribuisce al miglioramento della società. Pensatori, attivisti, innovatori e artisti che hanno saputo lasciare un segno concreto e durevole, non per il loro rumore, ma per il valore intrinseco delle loro azioni e dei loro ideali. Sono coloro che ci ricordano che la vera ribellione è costruire, non distruggere.
Per saper distinguere tra esempi vuoti ed emblematici, è necessario sviluppare una consapevolezza critica. Chiediamoci sempre: "Cosa mi sta insegnando questa persona? Qual è il valore duraturo del suo messaggio o del suo comportamento?". Questo tipo di riflessione non è semplice e richiede tempo, ma è fondamentale per evitare di essere trascinati dal flusso di una cultura dell'apparenza.
Allo stesso modo, è importante educarsi alla diversità delle esperienze e delle narrazioni: non limitarsi a ciò che è immediatamente visibile, ma esplorare anche voci meno amplificate che offrono prospettive preziose. Leggere, ascoltare, osservare e mettersi in discussione sono atti di ribellione intellettuale che permettono di costruire una visione più chiara e critica del mondo.
Educazione al pensiero critico: le scuole, le università e le piattaforme online possono incoraggiare i giovani a sviluppare il pensiero critico, insegnando loro a valutare le informazioni e i modelli di ruolo attraverso criteri razionali e morali.
Confronto con valori autentici: promuovere l'incontro con storie ed esperienze di persone che incarnano il coraggio, l'integrità e la determinazione a favore del bene comune. Questo può avvenire attraverso libri, documentari, conferenze o esperienze di volontariato.
Responsabilità nei consumi culturali: i giovani, come consumatori di contenuti, hanno il potere di scegliere cosa seguire, cosa supportare e cosa ignorare. Rifiutare di alimentare personaggi che rappresentano il vuoto è un atto di responsabilità sociale.
Creazione di una comunità consapevole: creare spazi di dialogo, sia online che offline, in cui le persone possano confrontarsi su temi importanti, sostenendo esempi emblematici e denunciando comportamenti tossici o distruttivi.
Un esempio particolarmente emblematico di ciò che dovrebbe ricevere attenzione e impegno collettivo è il dramma del popolo palestinese, che da oltre 70 anni affronta oppressioni e violazioni dei diritti umani. È nostro dovere denunciare queste ingiustizie, smascherando ogni narrazione che tenti di normalizzarle o relegarle ai margini. Le ingiustizie del presente ci ricordano che l'attenzione non va solo riservata al passato o a personaggi che distraggono, ma a cause reali che necessitano di azioni concrete e immediate.
Quando il pubblico applaude provocazioni e umiliazioni, si riflette una dinamica che va oltre il semplice spettacolo: è un segnale di come la cultura del sensazionalismo possa distorcere i valori e alimentare una forma di intrattenimento che si nutre di conflitti e aggressività.
Il problema non è solo Fabrizio Corona, ma il sistema che lo sostiene e lo applaude. Questo tipo di performance non costruisce nulla, non ispira, non eleva. Al contrario, rischia di normalizzare comportamenti distruttivi e di legittimare l'umiliazione come forma di potere. È un esempio vuoto, che si regge sulla capacità di suscitare reazioni immediate senza offrire alcun valore duraturo.
La domanda che dobbiamo porci è: cosa ci dice questo del pubblico? La varietà di motivazioni che spinge le persone a seguire figure come Corona è complessa, ma ciò che accomuna molti è la ricerca di una forma di intrattenimento che li distragga o li faccia sentire parte di qualcosa. Tuttavia, è fondamentale che come società impariamo a discernere tra ciò che intrattiene e ciò che arricchisce.
Una parte significativa del pubblico è attratta dal caos che Corona incarna. Questi spettatori non cercano un messaggio o un valore, ma il puro intrattenimento. Sono gli stessi che si nutrono di reality show e scandali, dove il dramma e il conflitto sono il fulcro. Per loro, Corona è una figura che garantisce spettacolo: urla, litigi, chiacchiericcio, provocazioni. Non lo seguono per stima, ma per consumo leggero, come si scrolla un feed di TikTok. Questo tipo di pubblico riflette una cultura dell'intrattenimento che premia il rumore sopra la sostanza, dove il valore è misurato in click e visualizzazioni.
Un altro segmento è composto da coloro che seguono Corona per "paura di perdersi qualcosa" (FOMO, Fear of Missing Out). Il suo nome è ovunque, amplificato dagli algoritmi e dalle polemiche. Anche chi non lo apprezza si sente quasi obbligato a seguirlo per rimanere aggiornato. Questo pubblico non è né devoto né ostile, ma contribuisce comunque al fenomeno, alimentandolo con la propria attenzione. È un esempio di come la visibilità possa diventare un fine a sé stante, indipendentemente dal contenuto.
Un aspetto più profondo emerge quando si analizza il pubblico maschile che vede in Fabrizio Corona un modello. Per molti uomini, le sue provocazioni non sono solo spettacolo, ma un atto di ribellione contro un mondo percepito come ostile. Alcuni si sentono frustrati, schiacciati da una società che non li riconosce; altri si considerano vittime di un sistema che ha perso di vista il valore degli "uomini veri". Questo gruppo parla spesso di "mascolinità in crisi", convinto che gli uomini siano perseguitati o ridicolizzati. In Corona vedono un simbolo di resistenza, un uomo che non si scusa e che impone la propria presenza con forza.
Tra questi uomini, un sottogruppo particolarmente problematico è rappresentato dagli incel (involuntary celibates). Questi uomini, incapaci di costruire relazioni, trasformano la loro frustrazione in una teoria complottista: credono di essere vittime di un ordine sociale dominato da donne crudeli e selettive. Per loro, il mondo è diviso in vincitori e perdenti, e Fabrizio Corona diventa un modello, un punto di riferimento non tanto per ciò che dice, ma per il suo atteggiamento. La sua arroganza e aggressività rappresentano ciò che vorrebbero essere: uomini temuti, non ignorati.
Per affrontare fenomeni come quello di Corona, è fondamentale promuovere una cultura del discernimento. Questo significa educare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere tra esempi vuoti ed emblematici, tra chi costruisce e chi distrugge. Significa anche offrire alternative: modelli di riferimento che incarnino valori positivi, che ispirino non con il rumore, ma con l'impatto concreto delle loro azioni.
Questo tipo di spettacolo ci ricorda l'importanza di promuovere esempi emblematici, figure che costruiscono e ispirano, piuttosto che distruggere. È un invito a riflettere su cosa scegliamo di applaudire e su come possiamo orientare la nostra attenzione verso modelli che rappresentano valori autentici e positivi. Se vogliamo un cambiamento, dobbiamo iniziare a chiedere di più, sia dai nostri idoli che da noi stessi.
A PROPOSITO DI..
I fondatori di Gurulandia sono Marco Cappelli e Roberto Vertucci, due figure di spicco nel panorama del business online in Italia. Gurulandia è un podcast che si propone di esplorare e chiarire le opportunità di guadagno nel mondo digitale, con un approccio trasparente e formativo.
Marco Cappelli e Roberto Vertucci utilizzano il loro podcast per educare e ispirare i giovani, offrendo contenuti che spaziano dal marketing digitale alla vendita di prodotti online. Attraverso interviste con esperti e discussioni su modelli di business, cercano di demistificare il mondo del lavoro digitale, rendendolo accessibile a chiunque voglia intraprendere questa strada.
La loro influenza si manifesta in diversi modi:
Educazione e consapevolezza: offrono informazioni pratiche e consigli utili per avviare un'attività online, aiutando i giovani a sviluppare competenze imprenditoriali.
Motivazione e ispirazione: condividono storie di successo e sfide personali, dimostrando che con impegno e dedizione è possibile raggiungere obiettivi ambiziosi.
Promozione di un mindset positivo: incoraggiano i giovani a credere nelle proprie capacità e a vedere il fallimento come un'opportunità di crescita.
IN ALTRE PAROLE
Rispetto a quanto dicevamo prima, l'appoggio a figure come quella di Fabrizio Corona, da parte di chi ha una piattaforma influente come Gurulandia, solleva questioni sociologiche complesse. Analizziamo il fenomeno in modo equilibrato, considerando sia le motivazioni che le implicazioni.
Fabrizio Corona rappresenta una figura che incarna ribellione e trasgressione. Per molti, soprattutto giovani, questo può risultare attraente in un contesto sociale che spesso appare rigido e normativo. La sua immagine di "uomo che sfida le regole" può essere percepita come un simbolo di libertà e autenticità. Tuttavia, questa narrazione rischia di oscurare il fatto che la trasgressione, quando priva di un fine costruttivo, può diventare un esempio vuoto, incapace di offrire un reale valore educativo o ispirazionale.
Quando figure influenti come i fondatori di Gurulandia sostengono o intersecano la narrazione di personaggi come Corona, contribuiscono ad amplificarne il messaggio. Questo non significa necessariamente condividerne i valori, ma l'atto stesso di dare visibilità può legittimare comportamenti e atteggiamenti che, come abbiamo discusso, rischiano di normalizzare l'aggressività, la provocazione fine a sé stessa e la mancanza di responsabilità. In una società in cui i giovani cercano modelli di riferimento, questa amplificazione può confondere i confini tra ciò che è degno di ammirazione e ciò che è semplicemente rumoroso.
Le piattaforme come Gurulandia hanno una responsabilità sociale significativa, soprattutto nei confronti dei giovani. Promuovere figure che incarnano valori positivi, come integrità, resilienza e impegno, è fondamentale per costruire una società più consapevole e critica. Sostenere indirettamente figure come Corona può invece rafforzare l'idea che il successo e la visibilità siano più importanti dei mezzi con cui vengono raggiunti.
I giovani, spesso in cerca di identità e direzione, possono essere particolarmente vulnerabili a modelli che offrono risposte semplici a problemi complessi. Corona, con il suo atteggiamento provocatorio e la sua narrazione di "vittima del sistema", può attrarre coloro che si sentono alienati o frustrati. Tuttavia, questa attrazione rischia di alimentare una visione del mondo polarizzata e conflittuale, in cui il successo è associato alla forza e alla trasgressione piuttosto che alla collaborazione e alla costruzione.
Per evitare questi rischi, è importante che figure influenti come i fondatori di Gurulandia adottino un approccio più critico e selettivo nella scelta dei modelli da sostenere. Questo non significa ignorare figure controverse, ma piuttosto contestualizzarle, evidenziandone i limiti e promuovendo un dibattito che aiuti i giovani a sviluppare un pensiero critico. Inoltre, è fondamentale offrire alternative: esempi emblematici di persone che hanno raggiunto il successo attraverso il lavoro, l'etica e il rispetto per gli altri.
scritto da Abel Gropius
SU AWARENESS
Cresciamo spesso con il cuore diviso, tirato tra due luoghi che fingono di appartenersi e due anime che faticano a incontrarsi. Quando si arriva al Vomero – un quartiere ordinato, elegante ma privo di odori, voci, volto – si sperimenta uno straniamento che non si riesce a spiegare. Le stanze sono luminose ma sembrano vuote, il marmo nei bagni...
C'è un limite netto tra conflitto costruttivo e confronto sterile. Capire quando evitare un dibattito non è rinunciare alle proprie idee ma proteggere la propria energia mentale e la propria serenità interiore. Parlare con chi non è aperto al dialogo non arricchisce né te, né l'altro: è tempo perso, stress inutile, fonte di amarezza.