Il problema non è solo Fabrizio Corona, ma il sistema che lo sostiene e lo applaude. Questo tipo di performance non costruisce nulla, non ispira, non eleva. Al contrario, rischia di normalizzare comportamenti distruttivi e di legittimare l'umiliazione come forma di potere. È un esempio vuoto, che si regge sulla capacità di suscitare reazioni immediate senza offrire alcun valore duraturo.
La domanda che dobbiamo porci è: cosa ci dice questo del pubblico? La varietà di motivazioni che spinge le persone a seguire figure come Corona è complessa, ma ciò che accomuna molti è la ricerca di una forma di intrattenimento che li distragga o li faccia sentire parte di qualcosa. Tuttavia, è fondamentale che come società impariamo a discernere tra ciò che intrattiene e ciò che arricchisce.
Il pubblico di Fabrizio Corona rappresenta un microcosmo complesso e stratificato, che riflette alcune delle dinamiche più profonde della società contemporanea. Analizzarlo significa comprendere non solo chi lo segue, ma anche perché lo fa e cosa questo rivela sul nostro tempo.
Il pubblico del caos: intrattenimento e consumo
Una parte significativa del pubblico è attratta dal caos che Corona incarna. Questi spettatori non cercano un messaggio o un valore, ma il puro intrattenimento. Sono gli stessi che si nutrono di reality show e scandali, dove il dramma e il conflitto sono il fulcro. Per loro, Corona è una figura che garantisce spettacolo: urla, litigi, chiacchiericcio, provocazioni. Non lo seguono per stima, ma per consumo leggero, come si scrolla un feed di TikTok. Questo tipo di pubblico riflette una cultura dell'intrattenimento che premia il rumore sopra la sostanza, dove il valore è misurato in click e visualizzazioni.
Il pubblico della FOMO: l'inevitabilità della presenza
Un altro segmento è composto da coloro che seguono Corona per "paura di perdersi qualcosa" (FOMO, Fear of Missing Out). Il suo nome è ovunque, amplificato dagli algoritmi e dalle polemiche. Anche chi non lo apprezza si sente quasi obbligato a seguirlo per rimanere aggiornato. Questo pubblico non è né devoto né ostile, ma contribuisce comunque al fenomeno, alimentandolo con la propria attenzione. È un esempio di come la visibilità possa diventare un fine a sé stante, indipendentemente dal contenuto.
Il pubblico maschile: specchio di una crisi
Un aspetto più profondo emerge quando si analizza il pubblico maschile che vede in Fabrizio Corona un modello. Per molti uomini, le sue provocazioni non sono solo spettacolo, ma un atto di ribellione contro un mondo percepito come ostile. Alcuni si sentono frustrati, schiacciati da una società che non li riconosce; altri si considerano vittime di un sistema che ha perso di vista il valore degli "uomini veri". Questo gruppo parla spesso di "mascolinità in crisi", convinto che gli uomini siano perseguitati o ridicolizzati. In Corona vedono un simbolo di resistenza, un uomo che non si scusa e che impone la propria presenza con forza.
Gli incel: la rabbia organizzata
Tra questi uomini, un sottogruppo particolarmente problematico è rappresentato dagli incel (involuntary celibates). Questi uomini, incapaci di costruire relazioni, trasformano la loro frustrazione in una teoria complottista: credono di essere vittime di un ordine sociale dominato da donne crudeli e selettive. Per loro, il mondo è diviso in vincitori e perdenti, e Fabrizio Corona diventa un modello, un punto di riferimento non tanto per ciò che dice, ma per il suo atteggiamento. La sua arroganza e aggressività rappresentano ciò che vorrebbero essere: uomini temuti, non ignorati.
Il successo di Corona non può essere separato dal contesto sociale che lo alimenta. È il prodotto di una cultura che premia il sensazionalismo e la provocazione, dove il valore è spesso sacrificato sull'altare della visibilità. Ma è anche un sintomo di un disagio più profondo, che riguarda la crisi di identità, soprattutto maschile, e la difficoltà di trovare modelli positivi in un mondo sempre più frammentato.
Il fenomeno Corona: un riflesso della società
Per affrontare fenomeni come quello di Corona, è fondamentale promuovere una cultura del discernimento. Questo significa educare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere tra esempi vuoti ed emblematici, tra chi costruisce e chi distrugge. Significa anche offrire alternative: modelli di riferimento che incarnino valori positivi, che ispirino non con il rumore, ma con l'impatto concreto delle loro azioni.
Il pubblico di Corona non è un monolite, ma un mosaico di motivazioni e bisogni. Comprenderlo significa non solo analizzare un fenomeno, ma anche riflettere su come possiamo costruire una società che premi la sostanza sopra l'apparenza.
La necessità di un discernimento critico
Questo tipo di spettacolo ci ricorda l'importanza di promuovere esempi emblematici, figure che costruiscono e ispirano, piuttosto che distruggere. È un invito a riflettere su cosa scegliamo di applaudire e su come possiamo orientare la nostra attenzione verso modelli che rappresentano valori autentici e positivi. Se vogliamo un cambiamento, dobbiamo iniziare a chiedere di più, sia dai nostri idoli che da noi stessi.