C'è un'idea che attraversa il pensiero occidentale come una linea sottile, quasi invisibile: che il lutto sia un processo finito, un lavoro da compiere, una ferita da chiudere. Freud lo chiamava "Trauerarbeit", lavoro del lutto: un'elaborazione psichica che ci permette di sciogliere l'investimento affettivo verso ciò che abbiamo perduto,...
L’abbraccio protettivo della quercia: una sinfonia di crescita e resilienza come metafora della vita
EDITORIALE CULTURALE

Sentirsi sempre all'ombra degli altri per alcuni rappresenta un disagio. Ma non sempre in natura, fortunatamente, è così. Vi racconto una storia..
In una vasta foresta, c'era un maestoso albero di quercia che si ergeva alto e fiero, con rami che si estendevano come braccia protettive. Sotto la sua ombra, crescevano piccoli alberelli, giovani e fragili, che trovavano rifugio sotto la sua chioma.
Ogni giorno, il sole splendeva forte, ma i piccoli alberi non temevano la sua calura. La grande quercia li proteggeva, filtrando i raggi del sole e offrendo loro un riparo fresco. Grazie a questa protezione, i giovani alberi potevano crescere senza essere bruciati dal sole cocente.
Quando arrivavano le tempeste, con venti impetuosi e piogge torrenziali, la quercia faceva da scudo. I suoi rami robusti spezzavano la forza del vento e le sue radici profonde assorbivano l'acqua in eccesso, evitando che i piccoli alberi venissero sradicati o sommersi.
Gli alberelli, sotto la protezione della quercia, imparavano a crescere forti e sani. Le loro radici si intrecciavano con quelle della quercia, trovando stabilità e nutrimento. E mentre crescevano, imparavano a sfruttare la luce che filtrava tra i rami della quercia, diventando sempre più robusti.
Un giorno, uno degli alberelli chiese alla quercia: "Non ti dispiace che cresciamo sotto la tua ombra? Non ti togliamo spazio?"
La quercia rispose con un sorriso: "Cari piccoli, la mia ombra è il vostro rifugio. Sotto di me, siete protetti e potete crescere forti. Un giorno, sarete voi a offrire ombra e protezione ad altri. La foresta è un luogo di crescita e sostegno reciproco".
E così, gli alberelli continuarono a crescere, sapendo che l'ombra della grande quercia non era un limite, ma un dono prezioso. E mentre il tempo passava, la foresta diventava sempre più rigogliosa, un luogo dove ogni albero, grande o piccolo, trovava il suo posto e il suo ruolo.
La morale della storia è che essere all'ombra di qualcuno più grande e forte non è necessariamente un limite, ma può rappresentare una grande opportunità. La protezione e il sostegno offerti da chi è più esperto e robusto permettono ai più giovani di crescere in sicurezza, sviluppando forza e resilienza. In questo modo, un giorno, anche loro potranno offrire protezione e sostegno ad altri, contribuendo a creare una comunità armoniosa e solidale. 🌳😊
Abel
C'è una saggezza antica nei gesti piccoli. Una saggezza che la nostra epoca, ossessionata dalla performance e dalla diagnosi, tende a dimenticare. Eppure, a volte, basta una vite che scorre avanti e indietro su una matita per restituire a un ragazzo il diritto di pensare a modo suo.
Nel silenzio scultoreo di Yoan Capote, la carne si fa pensiero. E viceversa. Le sue opere non si limitano a rappresentare il corpo: lo decostruiscono, lo interrogano, lo sovvertono. In una delle sue serie più provocatorie, Capote sostituisce i genitali maschili con un cervello umano. Non è una provocazione gratuita, ma un gesto chirurgico, quasi...


