Il coraggio di invecchiare
scritto da Abel Gropius
SU AWARENESS
Nicola Gratteri rappresenta un esempio vivido di come un giovane calabrese, cresciuto in un contesto socioculturale complesso, possa diventare un baluardo nella lotta contro la criminalità. La sua esperienza dimostra che non basta un'azione repressiva per sradicare il fenomeno criminale; è necessario un approccio integrato che coinvolga la cultura, lo studio e la consapevolezza.
Il ruolo del contesto socioculturale
Il contesto in cui una persona cresce gioca un ruolo fondamentale nel modellare i suoi valori e le sue scelte di vita. Gratteri, con la sua formazione e i suoi esempi di vita, ha sviluppato una profonda comprensione delle dinamiche sociali alla base della criminalità. Questa consapevolezza gli permette di interpretare la simbologia mediatica utilizzata dalla criminalità, rendendola meno criptica e oscura.
Cultura e Studio come strumenti di liberazione
La cultura e lo studio sono armi potenti contro l'ignoranza e il degrado sociale. Investire nell'educazione significa dare ai giovani gli strumenti per comprendere la realtà in cui vivono e per sviluppare un pensiero critico. La conoscenza diventa così un baluardo contro l'influenza negativa delle organizzazioni criminali, che prosperano proprio sull'ignoranza e sulla manipolazione.
L'importanza della Consapevolezza
Essere consapevoli delle proprie radici e della propria storia è fondamentale per comprendere e contrastare i fenomeni devianti. Gratteri, attraverso il suo lavoro, cerca di penetrare nel tessuto sociale, non limitandosi a indagare e giudicare, ma cercando di comprendere le cause profonde che portano una comunità a adottare sistemi perversi di avanzamento sociale. La consapevolezza aiuta a riconoscere e a rifiutare le dinamiche che alimentano la criminalità.
Un approccio integrato per la Magistratura
Per combattere efficacemente la criminalità, la magistratura deve adottare un approccio che vada oltre la semplice azione di polizia. È necessario un impegno costante per comprendere le dinamiche sociali e relazionali che stanno alla base del comportamento deviante. Questo approccio permette di sviluppare strategie di intervento più efficaci, mirate non solo alla repressione, ma anche alla prevenzione.
La battaglia contro la criminalità non può essere vinta con la sola forza delle armi o delle leggi.
La cultura, lo studio e la consapevolezza sono strumenti imprescindibili per costruire una società più giusta e libera dalle influenze criminali. Gratteri ci insegna che solo attraverso un impegno profondo e una comprensione delle dinamiche sociali si può sperare di abbattere il fenomeno criminale e di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Ma cosa porta un giovane calabrese laureato in giurisprudenza a volere «far qualche cosa per la propria terra»? I ricordi del vissuto di Gratteri fanno comprendere come anche il contesto entro il quale un giovane si forma, i valori verso i quali è stato indirizzato e gli esempi, positivi e negativi, che ha incontrato possano essere determinanti per spiegare una scelta di vita così netta e condizionante. Anche il fatto di essere cresciuto in un determinato contesto socioculturale gli consente di interpretare una simbologia mediatica che altrimenti risulterebbe estremamente criptica e oscura. E se anche per contrastare la criminalità è necessario utilizzare gli stessi schemi interpretativi, e quindi lo stesso linguaggio, il messaggio che emerge è quello che per condurre questa battaglia è opportuno abbandonare un atteggiamento distaccato e sterile. In tale modo si potranno meglio comprendere le dinamiche sociali e relazionali che stanno alla radice del comportamento deviante e che portano una determinata comunità ad adottare sistemi perversi di avanzamento sociale. Si tende verso una magistratura che svolge il proprio ruolo non solo realizzando un'azione di polizia, ma cercando di penetrare nel tessuto sociale, che non vuole solo indagare e giudicare, ma arriva al giudizio mediante la comprensione del fenomeno.
Stefania Pellegrini
Nicola Gratteri è uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la 'ndrangheta. Ha indagato sulla strage di Duisburg e sulle rotte internazionali del traffico di droga. Insieme ad Antonio Nicaso ha pubblicato, da Mondadori, numerosi bestseller: Fratelli di sangue, La malapianta, La giustizia è una cosa seria, La mafia fa schifo, Dire e non dire, Acqua santissima, Oro bianco, Padrini e padroni, Fiumi d'oro, Storia segreta della 'ndrangheta, La rete degli invisibili, Ossigeno illegale, Complici e colpevoli, Fuori dai confini e Il grifone.
Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, è uno dei massimi esperti di 'ndrangheta nel mondo. Insegna, fra l'altro, Storia sociale della criminalità organizzata alla Queen's University. Ha scritto oltre cinquanta libri, tra cui alcuni bestseller internazionali. Da Bad Blood è stata tratta una serie televisiva di grande successo. È autore, con Maria Barillà e Vittorio Amaddeo, di Quando la 'ndrangheta scoprì l'America.
scritto da Abel Gropius
SU AWARENESS
Cresciamo spesso con il cuore diviso, tirato tra due luoghi che fingono di appartenersi e due anime che faticano a incontrarsi. Quando si arriva al Vomero – un quartiere ordinato, elegante ma privo di odori, voci, volto – si sperimenta uno straniamento che non si riesce a spiegare. Le stanze sono luminose ma sembrano vuote, il marmo nei bagni...
C'è un limite netto tra conflitto costruttivo e confronto sterile. Capire quando evitare un dibattito non è rinunciare alle proprie idee ma proteggere la propria energia mentale e la propria serenità interiore. Parlare con chi non è aperto al dialogo non arricchisce né te, né l'altro: è tempo perso, stress inutile, fonte di amarezza.