Luigi Bonotto ha dimostrato che l'impresa può essere archivio vivente, spazio di incontro tra arte e industria, memoria e futuro. La sua fabbrica era un laboratorio di umanità, dove l'operaio non era ridotto a ingranaggio, ma riconosciuto come custode di un sapere antico e come protagonista di un racconto collettivo. Un omaggio alla dignità come...
Un ritratto di luce e di vita sociale. Il tempo sospeso negli scatti di Olivia Gay
Olivia Gay, nata nel 1973, è una fotografa documentarista francese la cui opera si concentra principalmente sulla posizione delle donne e sulle questioni legate al lavoro nel mondo contemporaneo, in particolare in Francia. La sua serie "Origines", realizzata nel 2020 come parte della "Mission photographique Grand Est" commissionata dalla regione Grand Est, Francia, è un esempio emblematico del suo approccio artistico.
Educata in storia dell'arte all'Università di Bordeaux e in fotografia alla New England School of Photography di Boston, USA, Olivia Gay ha iniziato la sua carriera come fotografa di stampa. Il suo percorso accademico si è poi arricchito con un diploma presso l'École nationale supérieure de la photographie d'Arles nel 2016 e attualmente sta conducendo un dottorato di ricerca e creazione nell'ambito del programma RADIAN.
Il lavoro di Olivia Gay si distingue per il dialogo instaurato con i soggetti fotografati, coinvolgendoli attivamente nelle sue immagini. Non ci sono immagini rubate, ma solo un'attenzione benevola per raccogliere momenti di vita, relazioni, spazi e interrogare profondamente la quotidianità. L'importanza data alla composizione e alla luce rende le sue fotografie di alta qualità estetica, in dialogo con le tradizioni pittoriche. Il suo lavoro è sia documentario che artistico.
La sua ricerca si focalizza sull'immagine delle donne al lavoro da una prospettiva fotografica comprensiva, nel senso di una sociologia comprensiva, Weber. Ha esposto in Francia e all'estero e ha ricevuto il GD4 Art Award dalla Fondazione MAST nel 2010 e il Joy Hendricks HSBC Special Award nel 2018.
Le fotografie di Olivia Gay sono narrazioni straordinarie che si sviluppano sul tempo sospeso di uno scatto. I suoi soggetti ideali sono fabbriche, bar, atelier di pittori e scultori, una scuola di danza del ventre al Cairo, i merlettifici, i supermercati, gli spazi domestici e, per l'ultimo reportage ancora in corso, i campi e le fattorie della Normandia. In questi mondi appartati e spesso invisibili, conosciuti grazie alla frequentazione quotidiana delle loro protagoniste, l'obiettivo attento e rispettoso di Gay cerca e rintraccia l'umanità più autentica.
Olivia Gay è una fotografa che con la sua macchina fotografica non si limita a documentare, ma esplora e racconta storie di vita, di lavoro e di relazioni umane, offrendoci uno sguardo profondo e sensibile sulla realtà sociale contemporanea.
Quando si sberleffano figure come Enzo Iacchetti, Carmen Consoli e tanti altri artisti che hanno saputo conquistare l'affetto e il rispetto degli italiani, non si colpisce soltanto la loro persona. Si colpisce la nostra capacità collettiva di riconoscere il valore umano e la grandezza artistica. È un insulto che non si ferma al bersaglio immediato,...
Entrare in un giardino, o in una casa che sembra più teatro che dimora, è sempre un atto filosofico. Non perché vi si nasconda un sistema di pensiero, ma perché ogni soglia ci costringe a scegliere: restare fuori, o varcare l'ingresso. È in questo spazio sospeso che la sofistica trova il suo terreno più fertile, perché lì la verità...


