Un anno esatto. E non ci siamo mai concessi il lusso di piacerci

01.10.2025

SCRITTO DALLA REDAZIONE SU PRESS RELEASE


Stando alle statistiche, abbiamo attraversato dodici mesi senza mai cercare consenso. Abbiamo scritto, disegnato, pensato — non per piacere, ma per disturbare. Abbiamo escluso, selezionato, affinato. Abbiamo detto no, più volte di quanto abbiamo detto sì. E ogni no è stato un atto editoriale.

Isla Media non è nata per essere amata. È nata per essere necessaria. Per chi non si accontenta, per chi non si adatta, per chi non si arrende.

Abbiamo visto arrivare in silenzio migliaia di lettori. Alcuni curiosi, altri confusi, pochi davvero pronti. Abbiamo aperto le porte, ma non le abbiamo spalancate. Abbiamo chiesto intenzione, non attenzione. Abbiamo chiesto tempo, non clic.

Eppure siete rimasti. Non tutti. Ma quelli che contano. Quelli che leggono tra le righe, che non si offendono per le ombre, che non cercano conferme ma fratture.

A voi — non un ringraziamento, ma un riconoscimento. Avete resistito con noi. Avete accettato la lentezza, la densità, l'assenza di comfort. Avete capito che qui non si consuma, si contempla. Che qui non si appartiene, si partecipa.

Abbiamo chiuso il primo anno. Non con bilanci, ma con biglie. Quelle che rotolano sul tavolo, tra le ampolle e le carte, in quell'immagine che ci rappresenta: un laboratorio, non una vetrina.

Il secondo anno non sarà più indulgente. Sarà più esatto, più esigente, più emblematico. Meno parole, più segni. Meno pubblico, più presenza.

Chi resta, lo fa per scelta. Chi arriva, lo fa per necessità. Chi se ne va, lo fa per coerenza.

Isla Media non è per tutti. Ma è per chi non ha più tempo da perdere.




Lettura interpretativa

1–2. Homepage e registrazione

  • Il traffico altissimo su queste due pagine indica un forte interesse generale e identitario verso Isla Media.

  • La pagina di registrazione ha quasi lo stesso numero di visite della homepage: segno che l'accesso ai contenuti riservati è percepito come valore.

  • Il processo selettivo descritto nella registrazione (cernita logica, esclusione di email temporanee) rafforza l'idea di radical selettività e curatela editoriale.

3. Foucault e il potere disciplinare

  • Il saggio su Sorvegliare e punire è il contenuto più letto tra gli articoli: conferma che la riflessione sul controllo e la sorveglianza è centrale per il pubblico di Isla.

  • Il panoptismo, la spazializzazione del potere, e la critica alla sorveglianza digitale risuonano con l'attualità e con la postura etica del magazine.

4–5. Arte e inclusione come strumenti di resistenza

  • L'articolo sull'arte come denuncia e quello sull'inclusione mostrano che la provocazione e la giustizia sociale sono temi caldi.

  • Il pubblico cerca contenuti che uniscano estetica e etica, e che offrano modelli di trasformazione concreta.

6. Danny Khezzar

  • Il profilo di un giovane chef e artista suggerisce che la cultura pop e la contaminazione creativa attraggono lettori, purché trattati con profondità.

7. Scuola e cittadinanza

  • L'editoriale sulla scuola come luogo di trasformazione da sudditi a cittadini consapevoli è un manifesto pedagogico: la formazione come atto politico.

8. Press release

  • I comunicati stampa sono seguiti, ma meno rispetto ai contenuti editoriali: segno che la community privilegia il pensiero critico rispetto alla comunicazione istituzionale.

9–10. Etica, diritto, riconoscimento

  • Gli articoli su obbligo/dovere e tolleranza/riconoscimento chiudono la top 10, ma con numeri significativi: la riflessione filosofica e morale ha un pubblico fedele, anche se più selettivo.

Conclusioni strategiche

  • Isla Media non è solo visitata: è abitata da lettori che cercano senso, profondità e provocazione.

  • I contenuti più letti confermano che la filosofia, l'arte come resistenza, e la pedagogia dell'inclusione sono i pilastri editoriali più forti.

  • La registrazione massiva indica che la promessa di contenuti riservati è efficace, ma va gestita con coerenza e rigore.




C'è un'immagine che non smette di bruciare: "i carnefici con la planimetria nel becco". Non più solo armi, ma mappe, modelli, algoritmi. Non più solo distruzione, ma gestione. Il genocidio non è più un'eccezione: è un protocollo. E il piano di pace presentato da Donald Trump alla Casa Bianca, accettato da Israele e benedetto da governi europei, ne...