Morire ogni giorno rinascendo nell'altro: la sfida radicale dell’esistenza condivisa

04.10.2025

L'EDITORIALE DI ABEL GROPIUS


Nel cuore di questa frase si cela un invito che trascende la mera metafora. Morire ogni giorno significa abbandonare ciò che siamo – le nostre certezze, le nostre piccole tirannie interiori, i pregiudizi con cui ci siamo costruiti. È un processo doloroso, spesso invisibile, ma essenziale per sconfiggere la stagnazione di un io impenetrabile e autoreferenziale.

Rinascere nell'altro non è solo apertura o empatia superficiale. È immersione radicale nell'alterità, nel volto dell'altro che sfida la nostra identità con la sua differenza e insieme ne sostiene la possibilità di crescita. È una rigenerazione che spezza i confini dell'individualismo, che dissolve le catene dell'ego e richiama a un'esistenza condivisa, a un "noi" che non sia mera somma di "io".

In un mondo segnato da egoismi, disillusioni e isolamento, questa pratica di "morire" quotidianamente per rinascere nell'altro si presenta come una rivoluzione silenziosa, la sola via per uscire dall'autoinganno e riscoprire la potenza etica del confronto umano.

La sfida è enorme: rompere con i propri limiti, rinunciare alle sicurezze illusorie e abbracciare l'instabilità della relazione autentica. Ma solo così si può davvero vivere – non sopravvivere – e tessere una trama di significati che vada oltre la sterile ripetizione del sé.

"Morire ogni giorno rinascendo nell'altro" è dunque un imperativo morale e esistenziale, un invito a trasformare il dolore della perdita in energia creatrice, a coltivare la cura e l'ascolto come atti rivoluzionari, a fare della vulnerabilità il terreno fertile dove fiorisce la vera umanità.

In un tempo che sembra premiare l'ipocrisia e la distanza, questa frase risuona come un richiamo profondo alla responsabilità di essere uomini e donne capaci di rigenerazione continua, sempre pronti a perdere e ritrovarsi in ciò che è altro da noi, eppure così indispensabile.

Grazie all'amico Arnaldo per l'impulso e l'ispirazione nella costruzione e fattura di questo editoriale.


HCS for Isla Media
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