Il volto e la voce del silenzio: la prospettiva di Marco Pirrello

11.11.2025

SCRITTO DA ABEL GROPIUS


Marco Pirrello avrei voluto raccontarlo da tempo, perché la sua passione lo contraddistingue non solo come artista, cineasta e regista di talento estremo, ma prima di tutto come uomo.
Nel suo diario di viaggio, scritto ancora prima del sette ottobre, egli ha consegnato alla carta, emozioni, umori e visioni di Gaza: una prigione a cielo aperto, dove quasi due milioni di persone continuano a vivere e a resistere, nonostante il genocidio e la carneficina. Una Gaza che, pur sotto scacco da decenni di un regime efferato e ingiustificato, rimane fucina di vitalità, di uomini e donne, di bambini che non rinunciano al diritto di sentirsi vivi e lottare per la loro libertà e auto-determinazione.



Marco Pirrello è un ragazzo che porta sul volto la luce di un angelo e negli occhi il riflesso azzurro del mare siciliano, limpido e profondo come la sua capacità di osservare il mondo. Non è soltanto un cineasta, ma un indagatore dell'animo umano: ogni suo cortometraggio è una lente che cattura la realtà e la trasforma in poesia visiva

"Avrei voluto scrivere di Marco già da tempo, della passione che lo contraddistingue come persona umana e come artista, cineasta e regista. Nei suoi lavori, Marco non si limita a raccontare storie: le attraversa, le vive, le restituisce con un linguaggio che vibra di autenticità. Ogni inquadratura porta la sua firma, riconoscibile non per artifici tecnici, ma per la verità che trasmette. I suoi cortometraggi hanno la forza di un diario intimo, ma al tempo stesso la potenza universale di un canto collettivo".

Abel Gropius


Con Inquadrando Palestina, Marco ha mostrato come la scrittura possa diventare cinema dell'anima: un viaggio che non è solo geografico, ma emotivo e morale. Le sue parole e le sue immagini si intrecciano, creando un mosaico di voci e silenzi che raccontano la resistenza, la vitalità e la fragilità di chi vive sotto assedio.


Una prigione a cielo aperto dove vivono quasi due milioni di persone in appena 360 km quadrati. Il cielo dominato dai droni che non smettono di ronzare, il mare non navigabile oltre le tre miglia nautiche e ogni accesso via terra piegato al volere dei militari. Questa è Gaza assediata da Israele. Marco Pirrello entra nella Striscia a pochi mesi dalla crisi che ha provocato 14 morti israeliani e 248 palestinesi (tra i quali 68 bambini), ma solo dopo controlli, complicazioni, ostacoli e domande oziose. Chiamato a documentare il progetto umanitario di una ong, attraverso il suo sguardo carico di umanità, mentre ci coinvolge nel suo stesso vissuto, l'autore ci racconta proprio le vite di questi operatori e delle persone incontrate lungo la strada, sospese tra una guerra appena finita e una che probabilmente non tarderà ad arrivare. 




«Io non sono uno storico e questo libro non è un trattato di geopolitica. Questo resta il mio diario di viaggio, o meglio, i miei appunti e le mie riflessioni nate da ciò che ho visto e ascoltato». Con queste parole, Marco Pirrello introduce Inquadrando Palestina, la sua prima opera letteraria, che è insieme testimonianza e confessione, sguardo e ferita.

Marco non si ferma, però, alla scrittura. Il suo modo di indagare e di percepire la realtà va oltre, si compie e conclama attraverso i cortometraggi che portano la sua firma: opere che, già al primo sguardo, rivelano la sua impronta inconfondibile. Non sono semplici film, ma frammenti di verità che emozionano profondamente e che hanno meritato riconoscimenti, perché capaci di scuotere e di restare impressi.

Il volto d'angelo e gli occhi azzurri come il mare siciliano sono specchio di una sensibilità che non si accontenta di osservare: Marco attraversa quelle storie, le vive, le restituisce con un linguaggio che vibra di autenticità. Nei suoi lavori c'è la stessa intensità del mare che lo ha visto crescere: mutevole e profondo, dolce e spietato, quieto e tempestoso.

Marco Pirrello è un autore che non cerca la perfezione estetica, ma la verità nascosta nelle pieghe della quotidianità. È un regista che porta sullo schermo la sua stessa passione di vivere, e che attraverso la cinepresa restituisce dignità e voce a chi spesso non ne ha.

E così, tra le pagine di un diario e le immagini di un cortometraggio, Marco compone un mosaico di esistenze: uomini e donne che resistono, bambini che giocano sotto il peso dell'assedio, volti che raccontano la forza di continuare a vivere. La sua arte è un atto di responsabilità, un gesto di amore verso la realtà, un invito a guardare oltre l'apparenza.


BIOGRAFIA


Nato a Catania, Marco Pirrello ha intrecciato fin da subito il suo destino con l'audiovisivo, muovendo i primi passi come redattore di Step1, web-magazine della facoltà di Lingue dell'Università di Catania. Qui ha realizzato le sue prime video-inchieste e documentari, tra cui Peppino – Tutta un'altra storia, insignito della menzione speciale al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.

Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, si è trasferito a Roma, dove ha collaborato con diverse case di produzione, firmando regie di videoclip musicali, spot aziendali, cortometraggi e documentari. In qualità di freelance ha curato backstage per il cinema e per il web, lavorando come operatore di ripresa e montatore su set di grandi brand come Coca Cola, Lavazza, Mazda, Opel, Pfizer, Tim, Ferrari, Open Fiber e Sara Assicurazioni.

Nel 2021 ha documentato per la ONG spagnola Médicos del Mundo un progetto di salute mentale nella Striscia di Gaza: da quell'esperienza è nato il libro Inquadrando Palestina (Villaggio Maori Edizioni, 2022), diario di viaggio e riflessione personale.

Il suo ultimo lavoro, Solo Al Cinema, ha confermato la sua cifra autoriale, conquistando il premio come miglior cortometraggio al Festival Internazionale del Cinema di Ferrara 2022 e a Insula – MagmaFest nello stesso anno.



E così, tra le pagine di un diario e le immagini di un cortometraggio, Marco compone un mosaico di esistenze: uomini e donne che resistono, bambini che giocano sotto il peso dell'assedio, volti che raccontano la forza di continuare a vivere. La sua arte è un atto di responsabilità, un gesto di amore verso la realtà, un invito a guardare oltre l'apparenza. 

Qui il suo portfolio e sito web.




Marco Pirrello avrei voluto raccontarlo da tempo, perché la sua passione lo contraddistingue non solo come artista, cineasta e regista di talento estremo, ma prima di tutto come uomo.
Nel suo diario di viaggio, scritto ancora prima del sette ottobre, egli ha consegnato alla carta, emozioni, umori e visioni di Gaza: una prigione a cielo aperto,...