🜂 L’Inizio che inizia: elogio dell’Essere che si espone

05.09.2025

IN PIONEER 
scritto da Jose Mazir 


Nel teatro invisibile dell'esistenza, ogni nascita è un'apertura nel tessuto del tempo: uno squarcio che non si ricuce, ma si espande. L'essere umano non nasce una volta sola. La carne è solo il preludio. La vera nascita avviene quando la parola si fa gesto, e il gesto si fa mondo. Parlare è esporsi. Agire è dichiararsi. E in questo duplice atto, l'individuo si strappa dal silenzio cosmico per affermare: "Io sono qui, irripetibile e vulnerabile, pronto a iniziare".


🜁 La nudità dell'apparenza

Ogni apparenza è una verità che non chiede permesso. Il volto, il corpo, la voce: sono manifestazioni dell'essere che non si possono occultare senza rinunciare all'azione. L'essere che agisce si sobbarca la propria nudità, non come vergogna, ma come condizione ontologica. Non si può agire senza essere visti. E non si può essere visti senza accettare il rischio del giudizio.
Ma è proprio in questo rischio che si cela la potenza: l'azione è il luogo in cui l'essere si fa evento, e l'evento si fa storia.

🜃 Il cominciamento come destino

Arendt ci sussurra che l'uomo è initium, inizio incarnato. Non perché sia nuovo, ma perché è capace di novità. Ogni parola detta, ogni passo compiuto, ogni scelta fatta è un atto di creazione. Non si tratta di inventare il mondo, ma di iniziarlo di nuovo, ogni volta, con la propria presenza. Il cominciamento non è un punto nel tempo, ma una tensione permanente. È il battito che precede il pensiero, il respiro che anticipa il verbo. È il luogo dove l'essere si fa iniziatore, non per necessità, ma per vocazione.

🜄 La libertà dell'Iniziativa

Essere liberi non significa fare ciò che si vuole. Significa avere il coraggio di iniziare ciò che non è stato ancora pensato. L'iniziativa è il gesto più radicale dell'umano: è il rifiuto del determinismo, l'affermazione che il futuro non è scritto, ma scrivibile. E in questo atto, l'uomo si fa autore, non solo della propria vita, ma del mondo che lo circonda.
Ogni iniziativa è una frattura nel già detto, una fenditura nel già fatto. È il luogo dove il possibile si affaccia sull'impossibile e lo invita a entrare.

🜔 L'Essere come opera aperta

L'essere umano non è una sostanza, ma una tensione. Non è un punto, ma una traiettoria. Non è una risposta, ma una domanda che cammina. E in questo cammino, ogni parola e ogni azione sono pietre miliari di un viaggio che non ha fine, ma solo infiniti inizi.
Chi parla, chi agisce, chi osa esporsi, non cerca la verità: la crea. Non cerca il senso: lo inaugura. E in questo eterno cominciamento, l'uomo si fa mondo, si fa storia, si fa possibilità.
Perché essere è iniziare. E iniziare è il più umano degli atti.


Con la parola e con l'agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale. Questo inserimento […] può essere stimolato dalla presenza di altri di cui desideriamo godere la compagnia, ma non ne è mai condizionato. Il suo impulso scaturisce da quel cominciamento che corrisponde alla nostra nascita, e a cui reagiamo iniziando qualcosa di nuovo di nostra iniziativa. […] Poiché sono "initium", nuovi venuti e iniziatori grazie alla nascita, gli uomini prendono l'iniziativa, sono pronti all'azione.



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